Mr. Bitterness è il soprannome che alcuni amici mi hanno affibbiato a causa della mia passione per le birre inglesi e forse per alcuni lati del mio carattere. In realtà non c’è nessuna bevanda al mondo che possa raggiungere l’armonia ed il bilanciamento di una Real Ale (una bitter/pale ale), servita in maniera appropriata direttamente da un cask. La speziatura e l’erbaceo dei classici luppoli inglesi che danzano su un aroma di biscotto al malto, supportati da leggeri sapori di marmellata e note di miele mi hanno quindi richiamato in terra d’ Albione e più precisamente al Great British Beer Festival l’evento di punta del CAMRA.










La mia prima volta fu nel 2004 quando questo era, senza ombra di dubbio, l’appuntamento più importante per la birra in UK e forse uno dei più importanti eventi birrari al mondo, da quel giorno molto è cambiato nel mondo della birra. L’offerta è suddivisa tra i CAMRA bars, i Brewery Bars ed International Bars, in tutto più di 600 tipi di birre da cask, kegs, ed un’ offerta di cider, perries e gin. E’ un’esperienza ancora valida da fare a mio parere, anche se non sono un grande amante dei grossi festival dove faccio sempre fatica a concentrarmi e scegliere bene tra l’offerta gigantesca. Per la cronaca non è stata eletta la birra dell’anno a causa della coda della pandemia che ha impedito le valutazioni dei samples nei mesi precedenti. Questi rimangono gli ultimi medagliati, oramai datati 2019:
Overall Winners
Supreme Champion
Shere Drop, Surrey Hills Brewery (Surrey)
Silver
Afghan Pale, Grey Trees Brewery (Rhondda Cynon Taff)
Bronze
Citra, Oakham Ales (Cambridgeshire)
Abbandonata la location di Olympia (a dire il vero non tra le migliori come collegamenti) ed il Festival,ho dato seguito alla celebre frase attribuita ad Epicuro:
“Dobbiamo trovare qualcuno con cui mangiare e bere prima di cercare qualcosa da mangiare e da bere”
Così, diretto a Putney in un piccolo e pacifico Pub di quartiere: il “Bricklayer’s Arms”, che trasuda tutte le energie dei suoi 200 anni di storia, ho potuto assaggiare una sorprendente Putney Porter prodotta da un minuscolo birrificio: lo Sly Beast Brewery, sicuramente una delle migliori bevute della giornata !
Nello stesso quartiere si trova “The Ghost Whale” un moderno beer shop e small pub, con una struttura minimalista: un grande tavolo centrale circondato da dieci frighi, una selezionatissima e colorata offerta di lattine e bottiglie ed alcune birre alla spina, offre produzioni anche abbastanza sconosciute, nascoste, fantasma ! Le sedi sono due, potete trovarlo anche a Brixton e direi che può essere considerata una tappa obbligata per gli appassionati che arrivano in città.








Il giorno dopo ho passato qualche ora alla Tap Room della Brick Brewery che si trova sotto agli archi della ferrovia nei pressi di Peckam, dove in principio era posto il sito produttivo. Dopo essermi fatto inghiottire dalla vivace High Street multietnica dalla quale si può raggiungere anche una zona artistica alternativa, non potevo che rilassarmi con una session di assaggi. Nell’ordine una mild in cask , una session IPA ed una Baltic porter tutte perfettamente in stile e molto molto piacevoli.
Brick Brewery è la perfetta rappresentazione di quello che dovrebbe essere una local Brewery: servizio smart, grandi tavoli da condividere, ampia scelta di birre e formati. La produzione più recente è la “thiolised IPA” , prodotta in collaborazione con i produttori di luppoli “Brook House Hops” e con l’utilizzo dei particolari lievito selezionati nei “WHC labs” .Questi ceppi sembrerebbero avere la capacità di stanare e rendere maggiormente disponibili alle papille gustative particolari gruppi di composti chimici appartenenti ai tioli altrimenti inaccessibili. Si sprigionano aromi di mango, guava, vino bianco e frutto della passione. Nel processo produttivo si utilizzano luppoli che si ritiene abbiano più tioli nascosti come il Challenger, Chinook, Cascade questo con tutta probabilità permetterà di ricorre in maniera minore a luppoli di produzione americani ed australiani.


